Il filo del rasoio

Razor’s Hedge, Introduzione
img008La maggior parte dei consulenti del lavoro consiglia d’introdurre il proprio curriculum con una sintesi professionale. Penso che questa mi descriva piuttosto bene.
Quasi tutta la mia carriera è stata associata al settore militare e della sicurezza. Ho maturato vasta esperienza nazionale e internazionale, trattando con una clientela multinazionale di alto profilo. Ho valide competenze nel campo del management e dell’addestramento e continuo a essere molto coinvolto a livello operativo.
Ciò significa che preferisco passare parte del mio tempo a “fare” sul campo, oltre che a pianificare, organizzare e insegnare agli altri come farlo, per importante che sia.
Ma cosa ho fatto? Ci sono un po’ di domande che ci si potrebbe fare. Sono un mercenario? Sono un consulente per la sicurezza? Sono un private military contractor, un imprenditore militare privato? Sono un free lance, o, come certe volte si usa dire oggi, sono un deniable, uno che può essere sconfessato? Sono un po’ di tutte queste cose, forse? Decidete voi leggendo questa storia. Personalmente non sono così sicuro che la domanda meriti una risposta, o che la risposta sia davvero importante.
Prendete il film I quattro dell’oca selvaggia. E’ un che gode di buona critica, liberamente ispirato alla figura del Comandante “Mad” Mike Hoare e agli eventi accaduti in Congo tra il 1964 e il ‘65. E’ un bel film, di quelli con una “morale”, anche. Il personaggio principale, interpretato da Richard Burton e gli altri protagonisti, maggiori e minori, sono soldati “a nolo”, e per molti più soldi di quanto abbiano guadagnato nella loro carriera nell’esercito regolare. I soldati contro cui Burton e i suoi combattono sono brutali, sanguinari, apparentemente più interessati a servire i loro capi e i loro privilegi piuttosto che il proprio popolo. Burton e i suoi uomini lavorano per salvare un leader democratico. E allora, chi sono i buoni? Chi sono i cattivi?
Combattere a pagamento è male per definizione se lo fai per un altro governo? Ma non è problema se lo fai per il tuo? Il servizio militare regolare è una buona cosa anche se è per una cattiva causa?
Leggendo questo libro, vi renderete conto che non sempre ho seguito il buon senso, nessuno segue sempre il buon senso. Ma mi piace pensare che, almeno per quanto riguarda gli obiettivi, anche se non sempre i metodi per raggiungerli, mi sono comportato in modo etico, o ci ho provato. Una lezione che ho imparato è che il modo etico tende a essere quello più pratico. Il modo duro, per usare un eufemismo, può essere necessario ma bisogna stare molto attenti. Il fine solo raramente giustifica i mezzi. Fare un piccolo male per un grande bene funziona solo raramente.
Chiunque io sia, ho seguito una lunga tradizione.
Probabilmente la prima, vera opera di storia militare è stata l’Anabasi, almeno dopo l'Iliade e l'Odissea. L'Anabasi di Senofonte racconta le avventure, o disavventure, di un’armata di mercenari greci che cercano di tornare a casa dalla Persia. Senofonte e i suoi furono coinvolti e intrappolati nelle trame della politica persiana. Il loro comandante fu tradito e assassinato.
Senofonte fu uno di coloro che si fecero carico di riportare a casa gli uomini. Il ritorno a casa dalla guerra è stato una trama classica sin dall’Odissea. Gli uomini delle caverne, probabilmente, sedevano attorno al fuoco raccontando storie di come erano tornati da qualche avventura…
La tradizione di assoldare soldati è continuata. L’esercito romano impiegava truppe ausiliarie reclutandole direttamente o tramite i capi locali. La maggior parte erano composte da cittadini non-romani residenti nell’impero o da uomini di tribù barbare non ostili. Gli ausiliari furono inizialmente assoldati per svolgere impieghi in cui i soldati romani non eccellevano, come nella cavalleria. Tuttavia i romani molto probabilmente non avevano il concetto della “sconfessione”, almeno nei rapporti con le altre nazioni, Anzi, volevano che tutti fossero ben coscienti del loro potere. Nel Medioevo, in un periodo di transizione tra gli eserciti feudali reclutati dai Signori locali e quelli variamente composti da professionisti e truppe di leva, i re a volte si affidavano ai mercenari quando non potevano permettersi di mantenere un esercito regolare.
Durante la Guerra d'indipendenza americana, entrambe le parti si avvalsero di Nativi Americani per attaccare gli avversari e anche i civili che li sostenevano, spesso in modo brutale. E’ noto che il governo britannico assoldò truppe dal sovrano del regno tedesco dell’Assia, i terribili Assiani. Circa un quarto delle truppe da combattimento britanniche in quella guerra erano Assiani. Non così infami come si dice, a quanto pare, visto che molti di loro rimasero in America dopo la fine della guerra: circa 5.000 su circa 30.000.
Il giovane aristocratico francese, il marchese de Lafayette, finì per comandare le truppe dell'esercito di George Washington. Friedrich Wilhelm von Steuben, un ufficiale prussiano, si presentò affermando di essere stato un generale sotto Federico il Grande. Era un truffatore - non era stato generale, forse nemmeno ufficiale, e il von della nobiltà prussiana era discutibile – ma questo truffatore diede quello che aveva promesso, una formazione professionale per le truppe americane, e contribuì alla nascita degli Stati Uniti.
Le cose sono cambiate dopo la seconda guerra mondiale. Il concetto di “deniability” (di negazione, sconfessione) è sempre esistito, in particolare per le spie e altri agenti segreti. Durante la Guerra Fredda, un paese, specie una grande potenza, non voleva lasciare la “firma” su certe operazioni militari. Ne sono buon esempio le azioni britannico-franco-israeliane che nei primi anni Sessanta riuscirono a bloccare migliaia di soldati egiziani nello Yemen con solo un centinaio d’uomini. Il coinvolgimento americano contro i sovietici in Afghanistan dopo il 1979 fu molto simile. Ma questa volta la terza parte “negata” furono i ribelli afgani e questo è anche un buon esempio della necessità di restare in zona a cose fatte e di controllare coloro che lavorano per voi. Trascurare l'Afghanistan dopo che i sovietici si ritirarono nel 1989 ha lasciato un vuoto di potere ed ha contribuito a creare le premesse per la presa di potere dei talebani. Con tutto quello che ne è seguito, in una complessa situazione che non si è ancora risolta.
La “negabilità” può essere chiaramente definita col dizionario. Nella realtà è truccata secondo le situazioni, senza risposte chiare. È usata in modo tale che coloro che fanno le domande sono confusi e frustrati per la mancanza di progressi nel tentativo di trovare la “verità”.
Il caso “Watergate” è uno dei migliori esempi di negabilità ben noti al pubblico. (Dal punto di vista dell'amministrazione Nixon, la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di continuare a negare anziché tramare per insabbiare tutto, quando si sapeva che ogni cosa era registrata). Per molti di voi che fate lavori “normali”, quando certe notizie sono trasmesse in TV, sarà difficile crederci. E probabilmente è un bene che voi realmente non conosciate i “fatti”.
In passato ci sono state occasioni in cui ho sottoscritto un “contratto” con certi clienti ed era sempre ben precisato sin dall’inizio che, se le cose si fossero messe male, io avrei potuto contare solo su me stesso. In altre parole avrebbero negato di aver avuto alcuna parte in ciò che io avevo fatto. Avrebbero addirittura negato che quell’azione fosse mai accaduta. In nessuna circostanza si sarebbero fatti avanti.
Quando per una certa storia finii in tribunale, un ufficiale della polizia federale australiana che stava per rivolgersi alla corte mi disse: «Non prendertela, ma voglio presentarti come un “Walter Mitty”. Se ci credono otterrai una pena più lieve».
(Walter Mitty, personaggio di un racconto di James Thurber, è l’archetipo dell’uomo che fa sogni di gloria ad occhi aperti, mentre in realtà conduce una vita molto banale).
Come si sarebbe scoperto, l'ufficiale aveva ragione. In breve: la negabilità è impressa su entrambi le facce della medaglia, e alla fine le cose dipendono dalla faccia della medaglia in cui ti trovi.
La Private Military Contracting (PMC), l’imprenditoria militare privata, come il normale “settore pubblico” della difesa, richiede comprensione e risposta appropriata al contesto. Richiede comando, controllo e assunzione di responsabilità, anche se non pubblicamente, per i risultati. Richiede di pensare a tutte le conseguenze e, dato che non è possibile prevedere ogni conseguenza, di considerare i quasi inevitabili imprevisti...
Il dibattito sulla PMC sembra ridursi a chi fa meglio il lavoro, mentre dovrebbe essere esteso a chi ha il controllo, come si diceva prima. I governi sono responsabili di controllare che il lavoro sia eseguito, chiunque scelgano per farlo. Il controllo non può essere perfetto. La guerra in Iraq ha prodotto casi in cui le società di PMC hanno passato i limiti e altri in cui lo hanno fatto le truppe della coalizione hanno passato il limite. In difesa di qualunque siano state, o forse saranno, le accuse, solo quelli “sul campo” sanno davvero che cosa è effettivamente accaduto.
È molto probabile che le PMC continuino a esistere, almeno finché ci saranno guerre da combattere e i governi cercheranno la copertura della “negabilità”. Guardate il recente film, pluripremiato con gli Oscar, The Hurt Locker. In una scena, l'unità americana attorno a cui ruota la storia s’imbatte nel deserto in quello che scambiano per un gruppo di arabi. Che poi si rivelano per inglesi, probabilmente contractor. (La mia ipotesi, tuttavia, per come sono presentati nel film e per il loro equipaggiamento, è che si tratti dei ragazzi del “22 Special Air Service”)...
Dobbiamo essere sicuri che le PMC siano usate nel giusto contesto. Che, qualunque sia il compito, rientri nel quadro legale di lavoro sanzionato dal governo. È il governo che deve assumersi la responsabilità ultima per le azioni delle PMC. Quando tutto è stato detto e concordato, allora bisogna lasciarli procedere in ciò che sono addestrati a fare. Il governo deve esserci per controllare, ma senza interferire. Perché il lavoro del governo è assicurarsi che le cose siano fatte nel modo più efficiente ed efficace possibile - che siano i privati o i governativi.
P1060970…Qualcuno potrebbe pensare che io sia fuori di testa. Mi auguro che ci sia qualcuno, là fuori, che sappia leggere tra le righe e capire ciò che sto davvero dicendo.
Alla fine, spero che tutto ciò vi dia la possibilità di mettervi in uno dei luoghi di cui parlo, quando era al suo peggio, e provare a immaginare come riuscireste, non solo a sopravvivere, ma anche a riadattarvi una volta tornati a casa. Prendetevi un po’ di tempo e uscite là, allo scoperto.
Ora basta con la filosofia, viaggiate con me seguendo Razor che se ne va in cerca di se stesso.