La follia del Delta

Un anno fa il ciclone Nargis devastava il delta dell’Irrawaddy, Birmania. In quei giorni morirono almeno 140.000 persone. Due milioni e mezzo di esseri umani persero tutto.
A distanza di un anno la vita dei sopravvissuti è ancora disperata. Dopo i primi, criminali ostacoli posti dalla giunta alle organizzazioni di soccorso, queste sono riuscite a evitare la seconda ondata di morti per fame e malattie. Ma oltre mezzo milione di persone non ha un riparo permanente, circa 200.000 non hanno acqua potabile. Dalle informazioni che filtrano dalle più remote zone del delta, solo il 10 per cento della popolazione riceve un’assistenza efficace. Tutti gli altri dipendono dai funzionari governativi. Si è così creato un ciclo perverso di corruzione e schiavitù. Per ricevere aiuto devono pagare i funzionari che controllano che controllano acqua, cibo, medicine. Ma per farlo sono costretti a indebitarsi e l’unico modo per pagare i debiti sono i lavori forzati. Facile comprendere perché nel delta dell’Irrawaddy le malattie mentali si diffondano come un’epidemia.


Per informazioni aggiornate sulla situazione birmana, visitate il sito di Burma Partnership.

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