Blade Runner Syndrome

A Bangkok o Manila, come in certi quartieri di Hong Kong, Kuala Lumpur o Tokyo, è facile essere colti dalla Sindrome Blade Runner. Prende nome da quelle scene del film in cui si viene catapultati in una metropoli postmoderna, divisa in un sopra di grattacieli e occulti centri di potere e in un sotto di sterminati bassifondi al neon, disseminati da banchetti di street-food.
Un mondo dominato da una classe di oligarchi e popolato da una massa confusa e sordida. E’ una sindrome pericolosa: deforma la realtà. Per alcuni quelle scene divengono l’immagine matrice di un mondo globalizzato, dominato da multinazionali che agiscono come spettri creatori di zombi. In altri si manifesta come una perversa seduzione per tutto ciò che è ambiguo, sordido, in penombra. In entrambi i casi crea dipendenza culturale. Ovunque si vada, si cercano disperatamente situazioni che dimostrino quel postulato, che inducano quel brivido esistenziale. Si perde il quadro generale in cambio di uno scorcio. Poi si comincia a credere che quello sia il mondo. E qualcuno ci si smarrisce. E’ il sonno della ragione.


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