Flussi

Mi sono arenato su una nave fantasma. Nel frattempo la storia si è risolta. I marinai sono stati pagati. Forse anche perché quell’ultimo post è stato usato come minaccia.
Intanto, in pochi mesi di ritorno a ovest, il tempo è trascorso senza che altre storie apparissero su Bassifondi. Non che in Occidente non ce ne siano. Anzi, i bassifondi si espandono, diventano una palude dove le idee stagnano, marciscono. E’ come se nell’aria ci fosse una specie di blocco che paralizza le idee. Come se le menti fossero troppo impegnate a ragionare solo pro o contro qualcuno o qualcosa. Tutto inevitabilmente viene ricondotto a ciò. Come un labirinto che ha molte vie d’ingresso e l'uscita dev'essere ancora aperta.
Ma ora basta. Sono tornato a est. Non che in Oriente non ci siano crisi. Anzi, molto spesso, in questa parte di mondo assumono dimensioni catastrofiche, bibliche. E oltre le immagini dello sviluppo restano cupe zone d’ombra. Solo che qui ci si sente dentro un flusso, una corrente d’idee, si percepiscono orizzonti più lontani e c’è la curiosità e il desiderio di scoprirli.

Accade, ad esempio, che in una piccola galleria d’arte di Bangkok sia allestita una mostra in cui artisti indiani di religione hindu, musulmana e cristiana interpretano il Ramayana. Secondo il curatore indo-americano, Siddharta V. Shah, è un modo di materializzare gli archetipi junghiani, superare il contrasto tra cultura e religione. Forse, ma intanto accade.
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A Singapore, poi, si materializzano megaprogetti che modificano i concetti stessi dell’urbanistica, come i Gardens by the Bay.
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Ma si scoprono anche commistioni artistiche meno evidenti seppure di grande impatto. Come le stupende opere calligrafiche della Francese Fabienne Verdier, esposte alla Art Plural Gallery.
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Allora, alla fine, viene da sperare anche per l’Occidente. Speriamo nei flussi, per riprendere a navigare.

teaser : fabienne Verdier : flux: un film de philippe chancel from philippe chancel on Vimeo.


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